Stazio - Achilleide

introduzione


Publio Papinio Stazio, napoletano, visse tra il 40 e il 96 d.C. Le sue opere, Tebaide e Achilleide, prendono come modello l'Eneide di Virgilio, ma anche lo stile di Ovidio, Lucano e Virgilio per i moduli narrativi e per il disegno dei caratteri.

La prima narra in 12 libri la guerra fratricida tra Eteocle e Polinice, figli di Giocasta, per il potere su Tebe.(“la doppia tristizia di Giocasta”in Purg.XXII,55-56).

Se ne ritrovano echi nell'Inferno dantesco, in particolare nei Canti di Capaneo (10) e di Ulisse (26).

L'Achilleide è invece un poema incompiuto, che vorrebbe narrare tutta la vita di Achille colmando le lacune di Omero, ma si interrompe al verso 167 del II canto: narra quindi solo l'infanzia e la fanciullezza dell'eroe. La madre Teti, per salvarlo dalla guerra di Troia in cui dovrà perire, lo porta a Sciro dove, travestito da donna, entrerà nel chorus puellarum.

Ecco i versi in cui il fanciullo si sveglia, stupito e spaventato, in un luogo a lui estraneo:

citazione

Canto I, vv. 244 - 250


…...at vada mater
Scyria iamdudum fluctus emensa tenebat,
exieranque iugo fessi delphines erili,
cum pueri tremefacta quies oculique patentes
infusum sensere diem. Stupet aere primo:
quae loca, qui fluctus, ubi Pelion? Omnia versa
atque ignota videt dubitatque agnoscere matrem

“Ma già, solcate le onde la madre Teti aveva raggiunto i lidi di Sciro e gli stanchi delfini si erano liberati dal giogo della padrona, quando il fanciullo si agitò nel sonno e i suoi occhi all'aprirsi si sentirono inondati di luce. Si stupì al vedere l'ambiente: che luoghi? Che onde? Dov'era il Pelio? Vede ogni cosa diversa, straniera e ha paura di non ritrovare sua madre”


E nel Canto 9 i versi di Dante, trasportato in sogno dalla valletta dei principi alla porta del Purgatorio:


Non altrimenti Achille si riscosse
gli occhi svegliati rivolgendo in giro
e non sappiendo là dove si fosse
….

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