Astronomia

introduzione


L'immagine cristiana del cosmo deriva dalla fisica e dall'astronomia di Aristotele, basate sul concetto di stabilità e centralità della terra nel cosmo.

Il cosmo a sua volta è limitato dalla sfera delle stelle fisse o Primum movens, origine di tutti i movimenti contenuti nell'universo.

Il globo terrestre è circondato da una serie di sfere concentriche, costituite in primo luogo da sfere di altri elementi terrestri: acqua, aria e fuoco. Poi da sfere cristalline, trasparenti e incorruttibili, su cui sono fissati gli astri che esse trasportano con moto circolare.

L'ordine progressivo dei 7 “pianeti” è il seguente: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno. Oltre la sfera di Saturno si estende quella delle stelle fisse e al di là di questa il vuoto assoluto, il non essere.

La dottrina di S. Tommaso e la Scolastica delle università accolsero il patrimonio scientifico dell'Aristotelismo, rendendolo compatibile con le verità della fede cristiana.

Ai tempi di Dante conoscere il cielo era una necessità: non c'erano orologi o bussole, ma le stelle erano sempre là a indicare l'ora e la via. Nella Commedia si trovano complicati giri di parole per indicare l'ora di un avvenimento o la durata di un intervallo di tempo. Questi versi, poco comprensibili oggi, erano chiarissimi per i contemporanei di Dante che si servivano sempre di riferimenti astronomici per indicare il tempo.

La lista delle stelle più importante dell'antichità è contenuta nel settimo libro dell'Almagesto, scritto dall'astronomo greco-egiziano Claudio Tolomeo che visse all'epoca degli imperatori Antonino Pio e Marco Aurelio. In questo catalogo le stelle sono divise per costellazioni e indicate per mezzo della loro posizione nella figura corrispondente.

Lo zodiaco (dal greco= cerchio di animali) comprende 12 costellazioni: Ariete,Toro, Gemelli, Cancro,Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci. Il suo assetto risale all'astronomo alessandrino Eudosso di Cnido che nel 360 a C. determinò con discreta precisione la posizione del punto occupato dal sole rispetto alle stelle nell'equinozio di primavera.

La concezione medievale dell'universo, per la quale ogni regno conserva i segni della creazione divina ed esercita influssi sugli uomini e sul loro destino, spiega il gran conto in cui fu tenuta l'astrologia che studiava gli astri e gli effetti benefici o malefici ad essi attribuiti.

Gli astrologi cioè non studiavano le stelle, ma le posizioni del sole nei diversi mesi dell'anno.

citazione

Purg.4, 55 - 75: il percorso del sole

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